Arte, creatività e artisti: cosa ha cambiato la pandemia nella cultura e quali soluzioni

Cultura e creatività rappresentano un settore dinamico, giovane, in rapida crescita, ma anche molto vulnerabile, duramente colpito durante il covid19 – come dimenticare la polemica sull’apertura dei parrucchieri e sulla contemporanea chiusura dei musei.

Un settore che rimane tra i più esposti a rischi e cambiamento, e che, proprio per questo, ha più bisogno di pensare a strategie nuove e a lungo termine. Ne parla, infatti, il rapporto UNESCO Re|shaping policies for creativity. Addressing culture as a global public good, pubblicato nel 2022, che fin dalle prime pagine ci racconta in breve lo stato dell’arte.

Secondo il rapporto, infatti, con il suo 3,1% del PIL mondiale e il 6,2% dell’occupazione sono in media parte dei settori della cultura e della creatività. E con il Covid siamo andati peggio. È in corso, infatti, si legge sul rapporto, “una tendenza al ribasso degli investimenti pubblici per la cultura, che indica nuove sfide per i settori culturali e creativi”. 

Abbiamo deciso di lavorare su uno strumento pratico che riflettesse sulle principali problematiche del mondo creativo e della cultura, soprattutto lavorando sull’uso del digitale, e di come poter affrontare tutte quelle problematiche legate all’incontro, allo scambio, a uno strumento che potesse essere complementare al lavoro che già fanno gli artisti.

Come?

Favorire il networking tra artisti e creativi per lavorare su progetti comuni in base alle categorie di interesse e di necessità, in modo da facilitare il lavoro creativo e artistico. 

Infatti, nell’ultimo report si legge

“È emerso un paradosso di base, per cui è aumentato l’accesso globale delle persone e la loro dipendenza dai contenuti culturali, però, contemporaneamente, accade che coloro che producono arte e cultura trovano sempre più difficoltà nel lavorare a condizioni eque”.