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- 1. Introduzione
1. Introduzione
❝By 2030, provide universal access to safe, inclusive and accessible, green and public spaces, in particular for women and children, older persons and persons with disabilities❞.
United Nations Sustainable Development Goal 11
Il cambiamento climatico è un argomento centrale sia per l’agenda europea che per quella globale. A seguito della grande espansione delle aree urbane, quantificabile con la superficie dell’Irlanda (Melchiorri et al., 2019), le aree verdi all’interno di contesti urbani hanno acquisito un ruolo chiave in termini di sostenibilità e inclusione. Infatti, non si tratta solo di misurare a livello quantitativo le aree verdi cittadine, ma di come renderli spazi condivisi e accessibili volti al benessere e alla realizzazione delle persone.
Nonostante le aree verdi abbiano tale importanza, non tutti gli stati europei hanno specifici regolamenti che prevedono la trasformazione di aree verdi condivise in spazi educativi, nè tantomeno esiste un protocollo condiviso a livello europeo. In questa direzione, sono dunque necessarie diverse strategie, sia dal punto di vista strutturale che da quello sociale.
“Co-education in Green” si inserisce in questo scenario: il progetto sarà una guida per gli educatori per adulti e facilitatori locali, che a loro volta indirizzeranno la definizione di aree verdi condivise attraverso attività educative e il coinvolgimento della comunità. In questo modo, “Co-education in Green” può essere un esempio concreto, mostrando cosa comporta la trasformazione di un’area verde in uno spazio educativo attivo, o il miglioramento della gestione dei centri educativi nelle aree verdi condivise.
- 2. Cosa intendiamo per gestione partecipata delle aree verdi
2. Cosa intendiamo per gestione partecipata delle aree verdi
Il progetto Co-education in green ha tre risultati:
- la creazione di una metodologia chiara per la realizzazione di un'area urbana verde e inclusiva con fini educativi;
- la definizione di un programma di formazione online per gli educatori per adulti volto alla gestione e alle azioni inclusive per le aree verdi condivise
- l’applicazione delle linee guida e il seguente adeguamento a specifiche aree verdi condivise al fine di renderle multisensoriali come previsto dalla metodologia di progetto.
Il principale obiettivo del progetto è quello di rendere gli educatori per adulti dei punti di riferimento nelle loro comunità locali e di promuovere i progetti cooperativi che si occupano di trasformare spazi condivisi in aree più verdi e più accessibili, rafforzando l’inclusione sociale, la condivisione di valori comuni, la partecipazione, così come, tematiche ambientali.
Inoltre, intenzione guida di questo lavoro è quello di essere una linea guida per coloro che vogliono iniziare da zero un progetto educativo incentrato sulle aree verdi condivise e che voglia migliorare i legami all’interno della comunità locale, l’attivismo e la discussione dell’accessibilità dei luoghi.
L’approccio pedagogico all’apprendimento comunitario non formale cerca di promuovere i valori della non-discriminazione, della cittadinanza attiva, dell’integrazione nei contesti di diviresità e protezione nell’ambiente naturale. Ciò avverrà adottando l'approccio dell'educazione comunitaria.
Tre sono i risultati attesi del progetto “Co-education in Green”: una metodologia per la creazione di aree verdi condivise e una mappa online delle leggi e definizioni attuali in materia di educazione ambientale e sviluppo degli spazi verdi in città, un kit per la formazione online volto a migliorare le competenze e le abilità degli educatori in termini di trasformazione delle aree verdi condivise, e un manuale sulla creazione di aree verdi multisensoriali per adulti con disabilità o bisogni speciali destinato a centri educativi. Il progetto, poi, prevede l’organizzazione di un evento dalla durata di un giorno per la co-creazione di un giardino multisensoriale in ogni paese partner.
- 3. Aree verdi urbane condivise: storia, definizioni e vantaggi
3. Aree verdi urbane condivise: storia, definizioni e vantaggi
Il primo dibattito sulle aree verdi condivise in uno spazio urbano risale al XIX secolo. A partire da quel momento ci sono state diverse definizioni, fino ad arrivare alla definizione attuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui le aree verdi condivise sono “tutti quegli spazi urbani ricoperti da qualunque tipo di vegetazione. Questo include vegetazione sul suolo privato e pubblico, indipendentemente dalla dimensione e dalla funzione, e può includere piccoli bacini d’acqua come stagni, laghi o ruscelli (‘spazi blu’)”.
La letteratura attuale sullo studio di aree verdi condivise si approccia sempre di più all’argomento, concentrandosi su diversi elementi: risorse, persone, progettazione dello spazio e amministrazione intesa come la combinazione di ambiente, società, economia e norme (Olstrom, 1990; 2007a; 2007b). Inoltre, come detto in precedenza, la classificazione e della definizione di aree verdi condivise considera diversi aspetti come l’accessibilità, la partecipazione, l’inclusione di molteplici gruppi sociali, la condivisione paritaria di risorse, sostenibilità ambientale e spirito comunitario (UN Habitat, 2015; WHO, 2017; Yilmaz and Mumcu, 2016; Poelman, 2018; CABE, 2020).
La classificazione di aree verdi condivise è generalmente basata sulla definizione di due funzioni principali, ‘valore materiale’ (d’uso) e ‘valore immateriale’ (Leeuwen, Nijkamp & de Noronha Vaz. 2009). Il valore materiale indica le funzioni economiche di tipo ricreativo, come la coltivazione di ortaggi, l’agricoltura urbana, la lottizzazione, ecc. Il valore immateriale si riferisce, invece, alle funzioni intangibili dello spazio come l’estetica, il benessere psicologico e le interazioni sociale (ibid.)
Una delle classificazioni delle aree verdi condivise più usate che è stata individuata è stata elaborata da Baycan et al. (2004):
1) valori ecologici/ambientali: valore naturale intrinseco, diversità genetica, sostentamento vitale;
2) valori economici: valore di mercato;
3) valori sociali: ricreativo, estetico, culturale, storico, formativo, terapeutica e interazioni sociali;
4) valori di pianificazione: valore strutturale e strumentale, valore sinergico e concorrenziale;
5) valori multidimensionali (politica e analisi scientifica)
Ulteriori dettagli sulla classificazione di aree verdi condivise si trovano nel report integrale.
I principali benefici delle aree verdi condivise (JRC 2016; Yilmaz and Mumcu 2016, Leeuwen, Nijkamp & de Noronha Vaz. 2009, Derr, 2017):
benefici per il benessere fisico e mentale: le persone possono rilassarsi e fare attività all’aria aperta
benefici economici: risultati economici (orticoltura condivisa, costi minori per il raffreddamento delle aree urbane, etc.)
benefici sociali: eventi, attività sociali e associazioni creano un senso di appartenenza e contrastano il degrado urbano
benefici educativi: educazione all’aria aperta e altre attività educative arricchiscono le persone
benefici per l’ambiente e per la biodiversità: le aree verdi cittadine migliorano i dati sull’inquinamento dell’aria e sulla salute, e migliorano le infrastrutture verdi urbane che permettono di accedere a finanziamenti Europei.
- 4. Educazione comunitaria
4. Educazione comunitaria
Le nuove definizioni di aree verdi condivise sottolineano il ruolo delle comunità e delle interazioni sociali quindi ci focalizziamo su tale processo attraverso il concetto di educazione comunitaria. L'educazione comunitaria è un termine ampio che indica diversi approcci, tra i quali la formazione continua, educazione su base territoriale, formazione esperienziale, educazione ambientale (educazione alla sostenibilità) (Owens and Wang, 1996; Melaville, Berg & Blank, 2006; UNESCO, 2017). L’educazione comunitaria è anche conosciuta come formazione comunitaria e sviluppo o come formazione comunitaria (Scotland Government, 2004).
In generale, l’educazione comunitaria non si basa soltanto sulle competenze individuali, ma anche su un processo di formazione collettivo (National Research Council, 2002) che include conoscenze, competenze e autostima necessari a svolgere un ruolo attivo nella vita personale, lavorativa, familiare e nelle comunità locali (ibid.)
Alcuni elementi costitutivi dell’educazione comunitaria:
- il luogo è un elemento caratterizzante;
- è uno strumento di riflessione poiché la comunità ha la possibilità di acquisire consapevolezza su dati, condizioni, tendenze che possono compromettere o influenzare lo stato attuale di una specifica risorsa;
- la figura degli educatori come facilitatore locale è colui che mette in campo diverse pratiche di formazione/apprendimento che portano all’auto-potenziamento e all'efficacia della comunità;
- soluzioni reali che rispondono a bisogni e risorse individuate nella comunità.
La necessità di uno sviluppo sostenibile, l’accessibilità delle aree verdi condivise, il ruolo degli individui nella gestione delle risorse in tali aree mette l’educazione comunitaria al centro. Risulta, infatti, cruciale dare agli educatori il compito di guidare un processo di creazione congiunta e di sinergie cooperative con le comunità locali, affrontando in modo sistematico la diversità e l'accessibilità per i diversi gruppi di beneficiari.
È importante spiegare in breve gli approcci all’educazione comunitaria maggiormente usati e conosciuti idonei a includere adulti locali in spazi verdi condivisi:
- l’educazione su base territoriale è legato al contesto locale che comprende storia, ambiente, cultura ed economia relativi a particolari luoghi o risorse; è multidisciplinare e può includere anche una apprendimento intergenerazionale.
- il Commoning individua la trasformazione di aree verdi condivise come risultato di norme gestionali, solidarietà tra persone, trasformazione tecnica degli spazi e sul modo in cui garantire una capacità decisionale inclusiva e democratica delle aree verdi comuni.
- L’educazione comunitaria ambientale si concentra su cambiamenti comportamentali in termini di rispetto per l'ambiente che si possono ottenere attraverso un processo educativo basato sul contesto locale e sulla partecipazione della comunità.
- Permacultura o design ecologico promuove la progettazione di strutture gestite dall’uomo nel rispetto dell’ecosistema naturale.
- il luogo è un elemento caratterizzante;
- 5. Metodologia per la creazione di aree verdi condivise nei centri educativi
5. Metodologia per la creazione di aree verdi condivise nei centri educativi
L’educazione, definita come un insieme di attività e processi volti all’acquisizione, riconoscimento, scambio e adattamento di capacità tra le persone (UIL, 2016), ha un ruolo chiave nel processo di trasformazione di un’area verde. Un centro educativo può essere sia una struttura formale che informale, infatti riteniamo che i centri di formazione per adulti non debbano necessariamente essere un’istituzione educativa consolidata, ma un luogo in cui persone ed educatori si incontrano per scambiarsi le conoscenze utili a soddisfare bisogni reali. La nostra metodologia permette la trasformazione di un’area verde urbana condivisa in un centro di apprendimento attraverso i seguenti passaggi:
- Analisi dell’area verde cittadina condivisa: individuazione delle funzionalità, dei vantaggi e degli elementi biofisici caratteristici di una specifica area verde condivisa.
- Analisi dei bisogni sociali, economici ed educativi della comunità: individuazione di bisogni espressi dalla comunità locale a diversi livelli (studenti, abitanti, residenti ecc.). Un educatore deve acquisire conoscenze sui processi partecipativi e sui diversi elementi di ricerca sul campo per raccogliere dati.
- Networking e coinvolgimento della comunità: tecniche di motivazione, principi di negoziazione, tecniche di comunicazione di base per promuovere un'idea.
- Pianificazione e finalità della trasformazione di un’area verde condivisa: una volta indivituati bisogni e partners, gli educatori devono definire gli obiettivi e i diversi passaggi che conducono alla trasformazione. Per ogni passaggio è necessario identificare costi e risorse per la gestione dello spazio.
- Responsabilità e gestione collettiva di un’area verde urbana condivisa: questa fase si concentra sulla mediazione tra gli stakeholders sulla gestione dell’area verde urbana condivisa (regole, responsabilità, doveri e diritti), sulle tecniche di negoziazione per giungere ad una decisione all’interno della comunità e, di conseguenza, allocare risorse. È importante conoscere come arrivare a tali decisioni e quale modelli di gestione scegliere. È importante sapere come raggiungere queste decisioni e quali modelli di governance scegliere da parte degli utenti di un'area verde.
- Competenze pedagogiche: leadership degli educatori per adulti nella comunità locale (costruzione del gruppo, processo di valutazione, partecipazione, come lavorare in gruppo), promozione di valori europei e educazione comunitaria
- Inclusione e accessibilità: ambiente educativo accessible, tecniche di insegnamento multisensoriali, analisi dell'accessibilità degli spazi verdi condivisi (come educatori, abbiamo la necessità di avere suggerimenti su come migliorare l’accessibilità di una specifica area verde condivisa ad esempio con strumenti digitali, piccole installazioni, ecc.)
- 6. Quadro delle competenze per l'accessibilità delle aree verdi
6. Quadro delle competenze per l'accessibilità delle aree verdi
AREA
Obiettivi formativi
Descrizione
di ogni area di competenzaAnalisi dell’area verde cittadina condivisa
1.1 Identificare i principi fondamentali della tutela ambientale
1.2 Conoscere i benefici e le possibilità dell’area verde condivisa
1.3 Riconoscere gli elementi biofisici caratteristici di una specifica area verde condivisa
1.4 Apprendere come impostare le funzionalità delle aree verdi condivise
1.5 Apprendere come progettare un’area verde condivisa secondo i principi dell’inclusività e della permacultura (note fondamentali).
Gli educatori saranno in grado di definire e identificare un’area verde condivisa.
Gli educatori saranno in grado di classificare le aree verdi condivise secondo il loro scopo e i suoi componenti.
Gli educatori saranno in grado di analizzare un’area verde condivisa e definire le possibilità che tale area offre.
Gli educatori impareranno a definire le funzionalità di un'area verde condivisa e ad applicare i principi della permacultura nella sua progettazione.
Analisi dei bisogni sociali, economici ed educativi della comunità
2.1 Identificare e spiegare i principali elementi dell’analisi dei bisogni della comunità.
2.2 Identificare e apprendere le diverse tecniche partecipative per condurre interviste e raccogliere dati.
2.3 Identificare i principali stakeholders e verificare la loro visione di lavoro primaria.
2.4 Definire le principali strategie per descrivere i modelli di dati e renderli significativi.
Per trasformare un’area, durante la prima fase della pianificazione, un educatore deve tenere in considerazione i bisogni della comunità. Inoltre, è importante imparare come pianificare l’analisi dei bisogni all’interno della comunità, creare una mappa dei principali attori locali (il motivo per cui possono essere inclusi, i loro punti di accesso, come contattarli, motivazioni e ragioni principali), come condurre interviste e come comprendere la comunità locale ed, eventualmente, visualizzare e riassumere i risultati dell’analisi.
Networking e coinvolgimento della comunità
3.1 Identificare e applicare tecniche di motivazione per coinvolgere i partner.
3.2 Identificare e applicare principi di negoziazione (pensare fuori dagli schemi).
3.3 Tecniche base di comunicazione per promuovere un’idea (dentro e fuori il partenariato).
Istruttori per adulti, educatori e altri stakeholders apprenderanno i principi fondamentali delle tecniche di negoziazione e comunicazione per coinvolgere adeguatamente le persone nelle iniziative di gruppo e gli stakeholders nella creazione di aree verdi condivise
In questa fase i partner discuteranno anche su come motivare e mantenere la motivazione delle parti coinvolte.
Inoltre, si discuterà sull’impatto della comunicazione sull’intera idea di progetto, su come assicurare una buona comunicazione e, soprattutto, sulle strategie per comunicare la propria idea a stakeholders esterni per realizzarla nel progetto.
Pianificazione e finalità della trasformazione di un’area verde condivisa
4.1 Definire i passaggi pratici per la trasformazione di un’area verde 4.2 Identificare costi e risorse per la gestione e la manutenzione dello spazio
4.3 Definire dei principali aspetti operativi e finanziari (volontari, raccolta fondi ecc.)
Dati tutti gli aspetti dell'analisi di contesto e del coinvolgimento della comunità, bisogna impostare le diverse fasi della trasformazione di un’area verde in uno spazio inclusivo.
È importante definire una proposta finanziare per lo spazio e per le risorse umane che vi lavoreranno.
Questa competenza si riferisce all'aspetto dell'analisi economica e alla gestione delle risorse umane.
Responsabilità e gestione collettiva di un’area verde urbana condivisa
5.1 Definizione e descrizione dei principali modelli di auto-gestione di un’area verde condivisa (infomale, formale, cooperativa, impresa sociale)
5.2 Identificare e verificare il modelli decisionali (maggioritario, consensuale, inclusivo per le minoranze, ecc) e le consuetudini decisionali
5.3 Acquisire i principi fondamentali della condivisione e accessibilità di dati
5.4 Definire i principali concetti di risoluzione dei conflitti e di composizione per un buon sistema di gestione di un’area verde condivisa.
Per ottenere una gestione condivisa dell'area verde, è necessario stabilire regole decisionali condivise e la forma concreta attraverso la quale l'area sarà governata. È importante, in particolare, definire un modo per rendere tutti partecipi delle decisioni. Alla fine si deve arrivare a decisioni equilibrate dove c'è un'equa condivisione delle responsabilità.
In tal senso, quando si governa un'area verde condivisa, bisogna essere in grado di rispondere del proprio operato e sapere quali sono i meccanismi per risolvere i conflitti.
Competenze pedagogiche
6.1 Identificare i concetti fondamentali della leadershipnella comunità locale (costruzione del gruppo, processo di valutazione, partecipazione, come lavorare in gruppo)
6.2 Comprendere e applicare i valori identitari europei
6.3 Definire e applicare i principali elementi pedagogici all’educazione comunitaria
Gli educatori comunitari a capo della trasformazione di aree verdi condivise devono conoscere i principi e le strategie di costruzione del gruppo, mutua fiducia e processo di valutazione. In tal modo, l'educatore deve indicare modi concreti su come definire il lavoro tra pari e includere tutti nelle attività di apprendimento.
L’educatore deve tenere in considerazione i principali elementi dell’educazione comunitaria e applicarli durante le sessioni di insegnamento.
I partecipanti saranno in grado di apprezzare i valori europei di democrazia, partecipazione e apprendimento condiviso.
Inclusione e accessibilità
7.1 Riconoscere i bisognidegli utenti di un’area verde condivisa per rendere il posto accessibile.
7.2 Analizzare le caratteristiche di un'area verde condivisa per individuare i principali problemi.
7.3 Fornire un’informazione accessibile in tutti i formati
7.4 Formazione a educatori per adulti ai fini di ottenere un trattamento inclusivo
7.5 Sensibilizzare sul tema dell’equità sociali
7.6 Incoraggiare continue interazione tra educatori e utenti
Conoscere gli utenti che useranno lo spazio verde condiviso per renderlo accessibile, cioè sapere quali barriere esistono, come vengono identificate, quali difficoltà hanno, ecc. Per ogni difficoltà, si deve identificare il modo per contrastarla, mitigarla o rimuoverla.
Sapere come rendere più accessibile l'informazione agli utenti finali, sia in formato virtuale che fisico. In tal senso, bisogna conoscere le principali caratteristiche e strategie sull'accessibilità e l'inclusione da affrontare sia nelle attività di formazione che nelle le aree verdi urbane condivise
- 7. Aspetti metodologici su accessibilità e inclusione per la creazione di uno spazio verde condiviso in centri educativi
7. Aspetti metodologici su accessibilità e inclusione per la creazione di uno spazio verde condiviso in centri educativi
Quando si parla di accessibilità delle aree verdi condivise , nella maggior parte dei casi si pensa di rimuovere le barriere architettoniche (il che è corretto) ma non va dimenticato che il concetto di accessibilità ricopre anche uno scopo informativo e comunicativo.
Il concetto di accessibilità può essere considerato un metodo che dota ogni persone con un livello sufficiente di indipendenza e autonomia delle condizioni di base per ottenere l’equità sociale desiderata.
Per rendere uno spazio accessibile è, prima di tutto, necessario conoscere le difficoltà che le persone con disabilità possono avere. Per fare questo, le tipologie di disabilità verranno divise secondo i seguenti criteri:
- Persone con disabilità fisica: questo tipo di disabilità è determinato dalla riduzione o dall’impossibilità di capacità fisiche o motorie. Questo tipo di danno può essere temporaneo o permanente.
- Persone con disabilità sensoriali: questo tipo di disabilità emerge da limitazioni in uno dei sensi. Tra questo tipo di disabilità, si evidenziano le disabilità visuali e uditive (sordocecità).
- Persone con disabilità intellettiva: parliamo di questo tipo di disabilità quando ci riferiamo alla limitazione del funzionamento intellettuale di una persona che ostacola la partecipazione sociale o lo sviluppo della propria autonomia.
- Persone con disabilità mentali: ci riferiamo ad alterazioni comportamentali di una persone che accadono a causa di un disturbo mentale o di una malattia.
Le soluzioni attuali per migliorare l’accessibilità delle aree verdi condivise sono:
- Strade larghe abbastanza per la circolazione a doppio senso per utenti con sedia a rotelle, stampelle ortopediche, ecc.
- Pavimentazione omogenea, prova di irregolarità; inoltre è consigliabile l’uso di materiali aderenti e evitare la scivolosità del suolo (sia asciutto che bagnato).
- Evitare il posizionamento in mezzo alla strada di elementi come panchine, fontane, sculpture, ecc. che verranno posizionati ai lati e, se possibile, lasciando un margine ragionevole lungo il percorso principale.
- In caso di scale, fornire un percorso alternativo con una rampa e garantire l’accesso al medesimo spazio.
- Fornire informazioni chiare sull’ambiente attraverso segni visuali, acustici, testuali e tattili (Braille).
- Facilitare l’identificazione dello spazio attraverso effetti visivi (colorazione), suoni, odori, ecc.
- In caso di facilitazioni come servizi igienici, punti d’informazione e altri, quest'ultimi devono essere accessibili nel rispetto delle regolamentazioni vigenti.
- Includere elementi di sicurezza nel luogo o nell’itinerario.
A livello informativo e di comunicazione, è importante aver stabilito delle considerazioni per rendere il materiale accessibile:
- Supporti fisici visuali, testuali, uditive e tattili.
- Strumenti digitali e online (sito web) usando testi, immagini, video, audio.
- Includere sottotitoli, lingua dei segni e audio descrizione.
Ultimo punto, ma non meno importante, l’inclusione e l’accessibilità di aree verdi condivise includono il modo in cui abbiamo stabilito le relazioni comunicative con persone con ogni tipo di disabilità. Chiaramente, ogni persona è differente e, quindi, il trattamento deve essere personalizzato.
In ogni caso, quello che possiamo fare è indurre tale trattamento ad essere rispettoso, positivo e inclusivo. Per fare questo, possiamo prendere in considerazione le seguenti considerazioni generiche che serviranno a chiunque abbia una disabilità, indipendentemente dalla sua tipologia:
- Le persone sono persone, gli adulti sono adulti, e ognuno di essi avrà un nome. Chiamiamoli per nome.
- Evitare la stigmatizzazione o la vittimizzazione delle persone con disabilità.
- Per rivolgersi all'individuo senza evidenziare qual è il motivo della sua disabilità, non dovremmo trattarlo/la/li in modo diverso, perché così facendo si rafforza la situazione negativa. Dovremmo abolire il parlare di "loro" come qualcuno di diverso e includerli in un "noi".
- Bisogna conoscere come creare empatia con le persone con disabilità, ma ciò non significa che possiamo pensare al posto loro. Non sappiamo cosa lei/lui può o non può fare. È meglio chiedere alla persona.
- Tutti vogliamo aiutare quando abbiamo di fronte qualcuno con una disabilità. Prima di farlo, assicuratevi che voglia il vostro aiuto. Vogliamo promuovere la sua autonomia.
- Persone con disabilità fisica: questo tipo di disabilità è determinato dalla riduzione o dall’impossibilità di capacità fisiche o motorie. Questo tipo di danno può essere temporaneo o permanente.
- 8. Politiche pubbliche e iniziative per le aree verdi condivise
8. Politiche pubbliche e iniziative per le aree verdi condivise
L’Italia ha stabilito la collaborazione su base partecipatoria tra le organizzazioni e le municipalità sulla gestione dello spazio pubblico e l’accrescimento dell’interesse generale attraverso l'articolo 118 della Costituzione italiana introdotto con la riforma costituzionale del 2001. L’art. 118 permette molteplici accordi tra autorità di diversi livelli, aprendo lo spazio anche alle organizzazioni del terzo settore e individui che vogliono dedicarsi alla gestione degli spazi pubblici.
Tale riforma costituzionale ha rafforzato la possibilità di cooperazione tra gli enti pubblici locali e gruppi informali di attivisti, senza scopo di lucro ecc. Questi patti di collaborazione sono più di 1000 (Labsus, 2019) e includono principalmente le municipalità con più di 50.000 abitanti (52% del totale) e una cospicua lista di gruppi informali di cittadini (19% del totale).
La legge 10/2013 è lo schema legislativo più completo che regola lo sviluppo di aree verdi urbane da parte degli amministratori locali e include la conservazione e l’espansione, i principali standard e l’implementazione, il modo per coinvolgere i cittadini e le strategie di comunicazione. Dal momento che pone le basi per il dibattito sullo sviluppo sostenibile e su indicatori ambientali più diffusi, tale legge rappresenta la struttura di base delle attuali politiche italiane.
Le richieste principali sono quelle relative al censimento arboreo e al budget stanziato per le aree verdi come requisiti fondamentali per l’attivazione delle misure di protezione e conservazione previste dalla legge. Inoltre, la legge obbliga le città a strutturare una lista degli alberi secolari e protegge l'ambiente locale.
La Strategia nazionale del verde urbano è uno schema di pianificazione specifico in cui le aree verdi così come l’educazione ambientale sono poste al centro della pianificazione urbana. Il mutualismo o partenariato sociale è un altro concetto importante della governance che viene introdotto dal Decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 - in sostanza, il comune può esonerare organizzazioni/individui dal pagamento delle tasse in relazione al loro contributo alla rigenerazione urbana/verde e altri servizi ecologici rilevanti.
Risorse bibliografiche:ISPRA. (2009). Gestione economica delle aree verdi urbane. Analisi e proposte. Retrieved from https://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00004100/4138-rapportoaree-verdi.pdf/
Cauduro, A. (2020). Il baratto amministrativo tra partecipazione e detassazione locale. Giustizia Insieme Diritto e processo amministrativo . Retrieved from https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-e-processo-amministrativo/1379-il-baratto-amministrativo-tra-partecipazione-e-detassazione-locale?hitcount=0
Ministero Ambiente. (2003). Diritto e processo amministrativo. Linee guida per gli enti di gestione dei parchi nazionali italiani. Retrieved from https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/dpn_linee_guida_parchi.pdf
- 9. Normativa sul sistema nazionale di protezione e conservazione dell'ambiente
9. Normativa sul sistema nazionale di protezione e conservazione dell'ambiente
L’organizzazione dello stato in regioni, come previsto dalla costituzione, è stato ufficialmente attuato con il d.P.R. n. 616/1977. Il decreto implicava il trasferimento dei poteri relativi alla protezione della natura e alla pianificazione delle riserve naturali, dei parchi e delle città alle regioni. I parchi e le riserve di importanza nazionale restavano comunque sotto il controllo dello stato, così come la protezione del paesaggio e l’eredità artistica e culturale. Per ogni parco nazionale un legge istitutiva definisce le finalità, la regolamentazione delle attività, il regime di autorizzazione e la struttura del suo organismo di gestione. Solo nel 1986 è stato istituito il Ministero dell'Ambiente, e nel 1991 è stata introdotta una legge quadro per regolare e proteggere tutte le attività intorno alle aree preservate (marine, vulcaniche, ecc.).
Una legge cruciale che combina paesaggio e storia umana è stata introdotta con il Decreto legislativo 42/2004. La sua principale filosofia raccoglie i principi di sostenibilità, rispetto e compatibilità in termini di interventi che possono essere fatti ed estende il concetto di protezione dei fattori umani e ambientali. Un’altra legge fondamentale che indirizza l’Italia verso il conseguimento dei SDGs (Obiettivi di sviluppo sostenibile) è la L. 221/2015 - i principali obiettivi sono l’uso, il riciclo e la riduzione dell’uso di risorse non rinnovabili, ricerca innovativa e molto altro per migliorare la gestione del verde.
Più recentemente, il principale intervento ambientale è stata la legge 141/2019, la cosiddetta "legge sul clima". La legge non è incentrata su aree ambientali, ma su quelle azioni che possono mitigare l’impatto umano su di esse. Si concentra quindi sulla riduzione del cambiamento climatico, sugli incentivi ai comuni per la riduzione della plastica, per un trasporto scolastico sostenibile, angoli verdi nei supermercati, estensione del verde urbano, salvaguardia del suolo, prevenzione dello scarico nel suolo e finanziamenti per le campagne di comunicazione verde.
Le riforme dell’ultima legge sono più mirate a limitare e trasformare il modo in cui gli utenti possono influenzare luoghi verdi, parchi, aree protette, ecc. ponendo, quindi, importanti limiti alla produzione di rifiuti, alla mobilità urbana, e supportando il diritto alla riparazione, riuso, riciclo, ecc.
Di conseguenza, l’attenzione si è estesa a partire dalla mera protezione e regolamentazione delle aree verdi fino alle azioni e organizzazione che gli utenti possono intraprendere per valorizzarle.
Risorse bibliografiche:
Frareg. (2020). Tutela del Paesaggio e dell’Ambiente. Retrieved fromhttps://www.frareg.com/it/ambiente/tutela-del-paesaggio-e-dellambiente/
https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/decreto-clima-diventa-legge/#Programma_iosonoAmbiente
Labsus. (2019). Amministrazione Condivisa dei Benico Comuni. http://laboratorioaperto.comune.rimini.it/wp-content/uploads/2019/03/Manuale-Amministrazione-Condivisa-dei-Beni-Comuni-Agenda-Digitale-Lepida.pdf
Labsus. (2016). Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani. Retrieved from https://www.labsus.org/wp-content/uploads/2016/04/Prototipo-di-Regolamento-Labsus.pdf
Ministero dell’Ambiente. (2017). Il posizionamento Italiano rispetto ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Retrieved from https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/sviluppo_sostenibile/posizionamento_Italia_SDGs_3.0.pdf
- 10. Strategie sull’accessibilità delle aree verdi
10. Strategie sull’accessibilità delle aree verdi
Per quanto riguarda l'accessibilità, c'è un insieme di interventi e leggi che regolano il modo in cui gli spazi condivisi dovrebbero essere dotati di interventi, standard e parametri relativi all'accessibilità. Pertanto, non esiste una disposizione ad hoc sull'accessibilità delle aree verdi, ma diverse leggi regolano e definiscono come gli spazi debbano essere accessibili, quindi un'area verde è un esempio specifico di spazio pubblico.
La prima definizione di accessibilità è presente nel D.M. 236/1989 (e successivamente esteso nel d.P.R. 503/1996): “per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l'edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia”. Nel decreto in questione, le barriere sono definite in modo più dettagliato:
- gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta in forma permanente o temporanea;
- gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque l’utilizzo di parti, attrezzature o componenti in uno specifico spazio;
- la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.
In secondo luogo, l’accessibilità è stata separata dalla fruizione; i principali temi incotrati sono:
- accessibilità: possibilità di accedere in qualsiasi spazio dell'area specifica
- visitabilità: possibilità di utilizzare allo stesso modo qualsiasi spazio interattivo e funzionale
- adattabilità: possibilità di modellare l'area specifica secondo le nuove esigenze con costi limitati
La legge 394/1991 ha introdotto importanti novità riguardanti la piena integrazione tra utenti e parchi, incoraggiando misure di salvaguardia che rendono chiunque in grado di avere pieno accesso e piena fruizione delle aree verdi.
Risorse bibliografiche:
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11. Bibliografia generale
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- 12. Legislazione principale sulle aree verdi condivise e sulla loro creazione in Italia
12. Legislazione principale sulle aree verdi condivise e sulla loro creazione in Italia
Legge (n/anno e nome)
Legge costituzionale 3/2001 - "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione"
Obiettivo/scopo della legge
Si tratta di un’ampia riforma sulle relazione tra Stato, regioni e comuni che riconosce ai cittadini le funzioni pubbliche quando operano all’interno di tematiche di interesse generale. In particolare, è stato introdotto il concetto di sussidiarietà verticale e orizzontale tra i diversi livelli pubblici di governance.
Link della pagina del governo
Legge (n/anno e nome)
Legge 10/2013 - “Norme per lo sviluppo di aree verdi cittadine”
Obiettivo/scopo della legge
Questa legge ricopre molteplici temi quali gestione ambientale, approcci partecipativi, censimento arboreo e di aree verdi, giornata nazionale dell’albero e un riordino generale di tutte le pratiche verdi in aree urbane. La legge è obbligatoria per le città come più di 15.000 abitanti, invece per il resto delle città è considerata come una linea guida. I principali risultati di questa legge sono:
Censimento del verde
Pianificazione urbanistica del verde
Pianificazione delle aree verdi
Link della pagina del governo
https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/legge_14_01_2013_10.pdf
Legge (n/anno e nome)
D.L. 133/2014 - “SbloccaItalia”
Obiettivo/scopo della legge
Mette al centro la partecipazione dei cittadini attraverso nuovi strumenti amministrativi concreti che possono facilitare la partecipazione delle associazioni/cittadini alla gestione urbana/verde in cambio dell'esenzione dalle tasse
Link della pagina del governo
https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2014-09-12;133!vig=
Legge (n/anno e nome)
Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile (2017)
Obiettivo/scopo della legge
Documento di orientamento su tutti gli aspetti della gestione e della pianificazione delle verde urbano
Link della pagina del governo
http://www.pubblicigiardini.it/wp-content/uploads/2017/06/1_Linee_Guida_Gestion_Verde_Urbano.pdf
- 13. Protezione ambientale e delle aree verdi condivise in zone urbane
13. Protezione ambientale e delle aree verdi condivise in zone urbane
Legge (n/anno e nome)
Legge 394/1991 - Legge quadro sulle aree protette
Obiettivo/scopo della legge
La legge definisce l’intero quadro regolatorio per preservare aree nazionalie e regionali, definendo limiti, autonomie, finanziamento, accessibilità. Non si tratta solo di aree verde, ma include anche diverse tipologie di paesaggio.
Link della pagina del governo
Legge (n/anno e nome)
D.L. 42/2004 - “Codice dei beni culturali e del paesaggio”
Obiettivo/scopo della legge
Il decreto legge prevede un’ampia definizione del paesaggio inteso come risultato delle interazioni tra natura e attività umana. Pone le basi per la protezione culturale e per la pianificazione urbana intorno alla tutela delle aree naturali e dei siti culturali.
Link della pagina del governo
https://www.ambientediritto.it/legislazione/codice-dei-beni-culturali-e-del-paesaggio/
Legge (n/anno e nome)
Legge 141/2019 - “Decreto Clima”
Obiettivo/scopo della legge
Si concentra sull’attenuazione del cambiamento climatico, sugli incentivi ai comuni per la riduzione della plastica, sui trasporti scolastici sostenibili, angoli verdi nei supermercati, estensione del verde urbano, salvaguardia del suolo, prevenzione dello scarico nel suolo e finanziamenti per le campagne di comunicazione verde.
Link della pagina del governo
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/12/13/19G00148/sg
Legge (n/anno e nome)
Legge 221/2015 - Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali
Obiettivo/scopo della legge
Una legge incentrata sulla valorizzazione del verde, sull'attuazione di azioni di green economy che favorisce la riduzione dell'uso delle risorse naturali. In particolare, prevede che i parchi possano produrre rifiuti bio-compostabili, rendendo in tal modo gli stessi parchi/aree verdi condivise delle unità produttive.
Link della pagina del governo
Legge (n/anno e nome)
Legge 141/2020 - Decreto rifiuti
Obiettivo/scopo della legge
La legge è incentrata sulle gestione e sulla riduzione dei rifiuti, sul riuso, sul riciclo e sul diritto alla riparazione.
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https://www.dife.it/magazine/leconomia-circolare-in-italia-e-legge-il-d-lgs-116-2020
- 14. Strategie di accessibilità sulle aree verdi condivise
14. Strategie di accessibilità sulle aree verdi condivise
Legge (n/anno e nome)
Linee guida principali per l’accessibilità degli spazi pubblici
Obiettivo/scopo della legge
Le linee guida definite dal Ministro della Cultura su accessibilità, barriere e progettazione universale
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Legge (n/anno e nome)
Decreto ministeriale 236/1989 - Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.
Obiettivo/scopo della legge
Il decreto definisce il concetto di accessibilità e le condizioni per l’accesso universale ad ogni spazio pubblico/condiviso.
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https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1989/06/23/089G0298/sg
Legge (n/anno e nome)
d.P.R. 503/1996 - Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici
Obiettivo/scopo della legge
Il decreto definisce i principali elementi sulle caratteristiche tecniche delle barriere fisiche, della progettazione di oggetti e segnali ecc.
Link della pagina del governo
Legge (n/anno e nome)
Legge 394/1991 - Legge quadro sulle aree protette
Obiettivo/scopo della legge
La legge definisce l’intero quadro regolatorio per preservare le aree nazionali e regionali, definendo limiti, autonomie, finanziamenti e accessibilità. Non si tratta solo di aree verdi, ma di includere diversi tipi di paesaggi.
Link della pagina del governo
- 15. Principali network e associazioni per l'accessibilità delle aree verdi
15. Principali network e associazioni per l'accessibilità delle aree verdi
Nome dell'iniziativa
Zappata Romana
Breve descrizione
Network di Roma che supporta la creazione e la gestione di aree verdi condivise da parte di no-profit e individui per l’organizzazione di orti urbani. Inoltre supporta la mappatura delle attività e le metodologie condivise per la creazione di aree verdi urbane.
Link
Nome dell'iniziativa
GELSO - GEstione Locale per la SOstenibilità ambientale
Breve descrizione
ISPRA database dell’Agenzia governativa. Ogni anno vengono pubblicate le buone prassi su strategie integrate/partecipative, energia, mobilità, rifiuti urbani e salvaguardia del territorio.
Link
http://www.sinanet.isprambiente.it/gelso/banca-dati#b_start=0&c1=Verde+urbano
Nome dell'iniziativa
Retake
Breve descrizione
Piattaforma per l'attivismo civico volto alla rimozione di barriere e alla rigenerazione di aree verdi condivise che permette alle organizzazioni di avviare le proprie attività in materia di aree verdi.
Link
- 16. Risorse gratuite per l'educazione ambientale
16. Risorse gratuite per l'educazione ambientale
1.
Principali risorse educative sulla trasformazione di aree verdi condivise
Nome dell'iniziativa
Gardeniser
Breve descrizione
Piattaforma di formazione online per l’acquisizione dei titoli VET per gestori di giardini urbani/facilitatori/sviluppatori. Si tratta di uno strumento disponibile in 4 lingue (EN, IT, DE, EL).
Link
Nome dell'iniziativa
Legambiente Formazione
Breve descrizione
Una serie di corsi sull’economia circolare e ambientale
Link
Nome dell'iniziativa
Urbact participatory
Breve descrizione
Piattaforma educativa online sulle tecniche di partecipazione per le aree verdi urbane
Link
2.
Principali app sulla gestione ambientale e sull’educazione ambientale inclusiva
Nome dell'iniziativa
KEYtoNATURE
Breve descrizione
App che include 600 guide interattive su piante, animali e funghi.
Link
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.divulgando.keytonature
Nome dell'iniziativa
Leafsnap
Breve descrizione
App che riconosce le diverse specie di alberi
Link
Nome dell'iniziativa
iNaturalist
Breve descrizione
App interattiva che raccoglie le osservazioni sulla biodiversità
Link
- 17. Buone pratiche per l'accessibilità delle aree verdi
17. Buone pratiche per l'accessibilità delle aree verdi
Nome dell'iniziativa
Parchi per tutti
Breve descrizione
Iniziativa nata da un gruppo di mamme e successivamente istituzionalizzata focalizzata sull’accessibilità di giardini, parchi, aree verdi condivise ecc. che include diversi materiali, leggi, iniziative e metodologie volte principalmente agli interessi di bambini con disabilità.
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Nome dell'iniziativa
Primavera 83
Breve descrizione
La cooperativa si concentra sulla riqualificazione di aree verdi pubbliche attraverso il coinvolgimento e l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
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Nome dell'iniziativa
Naturalmente accessibile
Breve descrizione
Un network volto a migliorare l’accessibilità e la fruibilità dei parchi e delle aree verdi urbane situate a Roma.
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